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Occhio dominante e non solo 😉

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Con quale piede calciamo il rigore? Con quale mano scriviamo? E con quale gamba cominciamo a fare le scale? Quale occhio chiudiamo mentre guardiamo in un telescopio? Quale mano usiamo per aprire i barattoli più ostili?

Tutte domande alle quali possiamo rispondere pensandoci un poco. Ma perché esistono queste preferenze e che cosa comportano?

Stiamo parlando di DOMINANZA. Per tutti gli organi doppi nel corpo umano ce n’è uno che domina sull’altro. Rara e forse unica, è la situazione in cui nessun organo mostri una capacità migliore rispetto al suo gemello di svolgere più facilmente un compito. L’espressione della dominanza si traduce in LATERIZZAZIONE che determina cioè la maggiore forza (quantità di energia) di una specifica parte del corpo rispetto all’altra. Questa dominanza si esprime in modo evidente tramite la mano, il piede, l’occhio e l’orecchio. Per determinarlo possiamo provare con veloci test (non sempre definitivi):

MANO: qual è la mano dominante? Facilissimo: prendiamo in mano una penna e scriviamo anche solo una parola. Quale mano abbiamo usato? La dominante. Oppure se non siamo ancora del tutto convinti prendiamo un barattolo ben chiuso. La mano che impugnerà il coperchio confermerà o meno la mano più forte.

PIEDE: Mettiamo davanti a noi un pallone. Dobbiamo tirare la palla in un punto definito di fronte a noi. Il piede che decidiamo di utilizzare più o meno consciamente è il piede dominante. Oppure, siamo davanti ad un colpitore e l’istruttore ci invita a “piazzare” un Kick frontale alto. La gamba che sceglieremo sarà la più forte e quindi la dominante.

ORECCHIO: Più sottile invece è la distinzione tra orecchio dominante destro o sinistro a meno che non siano presenti patologie che compromettano una delle due parti in maniera decisa. Per definire l’orecchio dominante possiamo semplicemente far caso a come avviciniamo il nostro volto verso gli interlocutori che ci stanno parlando. Se porgeremo la guancia sinistra l’orecchio dominante sarà il sinistro. Nella maggioranza dei casi (90%) l’orecchio dominante è quello destro che è collegato direttamente all’emisfero sinistro del cervello (emisfero preposto alla elaborazione degli input esterni).

OCCHIO: l’occhio dominante è come per l’orecchio quello “preferito” dal cervello e che funge da guida per l’altro che è di supporto. Insieme completano la capacità visiva tridimensionale. Ad oggi noi possiamo anche non essere consapevoli di quale sia, ma il nostro cervello lo sa da quando abbiamo cominciato a vedere. Ci sono veloci test per capire quale occhio è dominante, anche se il concetto di base rimane sempre che, per poterlo affermare con certezza, bisogna eseguire dei test specifici condotti da un oculista.

Guardiamone insieme alcuni, molto semplici, da provare anche in autonomia:

Primo test:

  1. Osserviamo un oggetto da lontano e allungando il braccio copriamo la sua immagine con il pollice (👍 così).
  2. Ora chiudiamo un occhio e poi l’altro senza mai spostare il dito.
  3. Solo quando apriremo l’occhio dominante l’oggetto resterà coperto precisamente col pollice.

Secondo test:

  1. Pratichiamo al centro di un foglio bianco un foro
  2. Fissiamo un oggetto in lontananza attraverso lo stesso foro
  3. Avviciniamo il foglio al viso tenendo sempre lo sguardo fisso sull’oggetto scelto. Man mano che avvicineremo il foglio al viso, avvicineremo il foro proprio al nostro occhio dominante (e il tutto in maniera involontaria!!).

È possibile NON avere un occhio dominante?

Si certo, solo è molto difficile che ciò si verifichi. O per lo meno può succedere che non vi sia una dominanza costante di un occhio sull’altro. Questo può verificarsi quando durante l’esecuzione dei test i risultati mostrano dominanze diverse, una volta indicando come occhio dominante il destro e la volta successiva proponendo l’occhio sinistro. Può capitare inoltre che la dominanza di un occhio sia variabile nel lungo periodo e che quindi si sposti da destra a sinistra e viceversa in maniera più graduale.

Esistono diversi gradi di dominanza oculare: ci sono persone che hanno un occhio molto dominante e persone che invece hanno una dominanza oculare sottile. Questo perché nella corteccia visiva si trovano bande di neuroni che sembrano rispondere in maniera preferenziale all’input di un occhio rispetto all’atro e che questa preferenza può variare a causa dell’età, stile di vita e disturbi visivi e predisposizione genetica.

Occhio Dominante e mano dominante

Queste due dominanze non sono direttamente collegate. Alcuni studi condotti sulla popolazione hanno mostrato come il 90% delle persone sono destrorse e che il 63% della popolazione campione ha l’occhio destro come dominate rispetto al sinistro. Certo, si può desumere che vi sono più probabilità che sia l’occhio destro ad essere dominante in un destrorso, ma non è corretto desumerlo solo dalla sua capacità manuale dominante.

Perché è importante riconoscere l’occhio è dominante?

È importante per il benessere dei nostri occhi. Infatti, può capitare di soffrire di bruciore e fastidio come risultato di un eccessivo sforzo dell’occhio dominante. In questi casi è bene reidratare e lubrificare bene l’occhio. Oppure per migliorare le proprie abilità. Vi sono molte attività che prevedono l’utilizzo di un occhio piuttosto che di entrambi come, ad esempio, l’osservazione in un microscopio monoculare oppure la messa a fuoco di una immagine in un mirino (macchina fotografica o arma a lungo raggio), nel tiro con l’arco. Conoscendo quale occhio domina si possono implementare i propri risultati e rendere più facili azioni che altrimenti risulterebbero più scomode.

L’occhio pigro.

L’occhio pigro o AMBLIOPIA è una riduzione della capacità visiva di un occhio. È una condizione che si manifesta già dalla tenera età quando il cervello impara ad elaborare le informazioni fornite dagli occhi, ed è curabile. Se il deficit informativo di uno dei due è grande, il cervello si abitua a ricevere informazioni SOLO dall’occhio dominante facendo insorgere così il disturbo. È buona norma effettuare una visita approfondita già verso 3-4 anni in modo da correggere subito questa condizione. Per i bambini è difficile accorgersi di questo disturbo perché nella fase iniziale l’occhio dominante farà tranquillamente tutto il lavoro. Ecco perché è meglio affidarsi al parere dei medici.

Porre rimedio all’occhio pigro è, per la maggior parte delle volte facile. Quanti bambini incontriamo con un occhio bendato? Questa tecnica (terapia occlusiva) permette all’occhio dominante di riposare e all’occhio pigro di lavorare di più e meglio. Attenzione però, occhio dominante e occhio pigro NON sono per forza uno l’antitesi dell’altro. L’occhio pigro è un disturbo che va curato perché comporta un deficit dell’apparato visivo in quanto il cervello, non riuscendo a interpretare le informazioni che gli giungono, disattiva in modo parziale o totale i segnali provenienti dall’occhio più debole. Nei casi più gravi, se non curata, può portare alla perdita della capacità visiva di uno o di entrambi gli occhi, oppure alla perdita della percezione di profondità e distanza.

Altri semplici esercizi (la durata e la frequenza di questi esercizi devono essere prescritti dal medico)

Dopo aver effettuato una visita approfondita l’ortottista (colui che si occupa della riabilitazione visiva) potrebbe consigliarci di allenare la nostra vista con dei semplici esercizi per rafforzare gli occhi. (chiedere sempre il parere di un esperto è necessario per evitare di affaticare la vista, creando poi altri problemi).

Esercizi di convergenza: entrambi gli occhi aperti – avvicinare lentamente una penna o il proprio dito al naso. Quando si inizia a vedere doppio ci si ferma e si cerca di mettere a fuoco l’immagine. Ci si può allontanare e riavvicinare.

Lettura a distanza: occhio dominante bendato – abituiamo l’occhio pigro a leggere a distanza ravvicinata e poi da lontano.

Messa a fuoco: occhio dominante bendato – l’occhio pigro lavora nella messa a fuoco di oggetti vicini e lontani.

Lo diciamo da sempre che i nostri occhi vanno preservati e trattati con cura. Affidiamoci al nostro oculista di fiducia e se necessario attiviamoci attraverso esercizi e buone abitudini per migliorare la risposta visiva. Non lasciamo nulla al caso, né per noi né per i nostri bambini, che devono essere istruiti a loro volta per un futuro più sereno possibile.

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